|
La base militare italiana a Nassiriya dopo l'attentato del
12 novembre 2003 (Reuters)
|
ROMA - Il procuratore militare di Roma, Antonino Intelisano,
ha chiesto il rinvio a giudizio di tre ufficiali accusati di
aver colposamente omesso di approntare una serie di misure
idonee alla difesa di Base Maestrale, l'installazione militare
nel centro di Nassiriya dove rimasero uccisi 19 italiani nell'
attentato del 12 novembre 2003. Gli imputati sono i generali
dell'Esercito Vincenzo Lops e Bruno Stano, che si sono
avvicendati al comando del contingente nazionale, e il
colonnello dei Carabinieri Georg Di Pauli, comandante della Msu,
l'unità specializzata multinazionale dell' Arma che aveva il suo
quartier generale proprio nella Base Maestrale.
I tre ufficiali devono tutti rispondere del reato
previsto dall' art.98 del Codice penale militare di guerra
(omissione di provvedimenti per la difesa militare), che punisce
«il comandante che, per colpa, omette di provvedere ai mezzi
necessari alla difesa del forte, della piazza, dell' opera, del
posto, della nave o dell' aeromobile, di cui ha il comando,
ovvero trascura di porli in stato di resistere al nemico». In
particolare, sempre secondo quanto si è appreso, al colonnello
Di Pauli la Procura contesterebbe di non aver adeguatamente
protetto l'ingresso della base con posti di sbarramento,
escobastian (grandi contenitori pieni di ghiaia) e altre
predisposizioni. Per quanto riguarda invece i generali Lops e
Stano, l'aspetto specifico dell' accusa riguarda la mancata
predisposizione di un dispositivo di difesa idoneo nel suo
complesso, anche in relazione a una serie di warning, cioè
allarmi relativi a possibili attacchi.